VOGOGNA - Mostra "La Bulloneria A. Morino & C. e le opere di Giorgio Stefanetta"
Sabato 3 giugno 2023 alle ore 17.00 presso la Bulloneria Morino in Via Nazionale 177 a Vogogna si terrà la mostra "La Bulloneria A. Morino & C. - Opere di Giorgio Stefanetta" , realizzata in collaborazione con l'Associazione Culturale Ossola Inferiore e con il patrocinio della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola e il Comune di Vogogna.
La mostra durerà dal 3 giugno al 3 settembre 2023 e sarà aperta il sabato e la domenica dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 17.30 con visite su prenotazione: +39 338 9730198 / +39 348 7916615.
La Bulloneria A. Morino & C. e le opere di Giorgio Stefanetta
La “A. Morino & C.”, fondata nel 1903 a Vogogna, è stata una realtà importante per il territorio e la Comunità vogognese. Inizia la sua attività all’inizio del ‘900 portando gli antichi saperi della metallurgia al passo che la nuova irrompente industrializzazione. Si fregiava del titolo di Bolloneria con il desueto termine che indicava un grosso chiodo.
Ma soprattutto ha dato opportunità di lavoro e di crescita alle maestranze durante la sua esistenza. Le immagini del catalogo dimostrano quanto la diversificazione della produzione operasse in tutti i campi di utilizzo dei materiali ferrosi. Principalmente i chiodi erano destinati a tutti gli usi della bulloneria e “per le costruzioni metalliche”, per la rete ferroviaria, per i “tramways”, per le piccole ferrovie Decauville, per ruote da carrozze, per aratri e erpici, per la battitura del riso, ganci per letto e ganci isolatori per i cavi l’uso della nuova meraviglia del secolo XX: l’elettricità.
Giorgio Stefanetta inizia ad accostarsi alla pittura in giovane età iniziando una sua personale ricerca di stile, di soggetti e di materia pittorica. Successivamente si concentra sull’uso degli inchiostri di china con un tratto incisivo e individuale. Le sue opere non sono definibili con termini propri della pittura o della stampa. Il cartoncino bianco è la base non materica, vuota sulla quale l’inchiostro dà vita a forme reali, a grovigli di segni e a conformazioni immaginarie. Il dato naturale implode ed esplode in un gioco continuo di suggerimenti dal vero o di trasformazioni aliene. Produce moltissime opere, con questa tecnica, che incasella in serie dai vari nomi: le Dee, Speculum intus, Catarsi, Teste esplose, Catenacci.
Nel magazzino della “Morino” viene presentato un piccolo nucleo di “tavole”, cosi le definisce l’autore, che sono legate alla bulloneria.
La sua famiglia e lui stesso vi avevano lavorato. Non sappiamo se sono un ricordo, un riaffiorare di memorie o una fascinazione delle forme.
Quello che colpisce è la sostanza delle cose rappresentate. Non è solo ferro investito dalla luce ma leggerezza, sensazioni che trascendono il metallo.