BAVENO - Festival del Teatro, della Musica e della Comicità delle Terre Insubri: “Roba minima s'intend”
Venerdì 8 settembre 2023 alle ore 21.00 presso Centro Culturale Nostr@domus a Baveno (VB)
Il Festival del teatro, della musica e della comicità delle Terre Insubri nasce nel 2007 da un’idea dell’attore comico luinese Francesco Pellicini (Lenanesi) al fine di omaggiare una delle terre comiche più prolifere della penisola italiana: Luino e il Lago Maggiore. Nel 2008 si decide di rendere il Festival itinerante portando la comicità, i concerti e il teatro in tour esibendo in cartellone i principali nomi del cabaret italiano. Dopo il 2012 il Festival si consacra definitivamente annoverando le province di Varese, Bergamo, Canton Ticino, Verbano Cusio Ossola, Novara, Como, Lecco divenendo uno dei principali eventi live lombardi. Il festival è stato sostenuto da Regione Lombardia, Fondazione Cariplo, Regione Piemonte, Regio Insubrica, Fondazione Onlus comunitaria del varesotto, Fondazione del VCO, Provincia del Vco, Provincia di Varese e da oltre 30 comuni aderenti il tour.
Omaggio a Enzo Jannacci, canzoni di Enzo Jannacci e contaminazioni letterarie da Beppe Viola, Franco Loi, Giovanni Testori, Walter Valdi.
Di e con Stefano Orlandi, Massimo Betti (chitarra), Loris Facchin (fisarmonica) e Stefano Fascioli.
Lo spettacolo-concerto è un percorso di musica e parole intorno alla figura del cantautore milanese e della Milano che egli ha raccontato nelle canzoni fin dagli anni ’60. La Milano dei quartieri con i suoi mille personaggi stravaganti e surreali: i “pali” dell’Ortica, quello che andava a Rogoredo a “cercare i sò danée”, le balere di periferia dove c’è sempre chi “per un basin” avrebbe dato la vita intera. I sogni e le miserie di chi sta ai margini di una società che corre troppo veloce, incurante degli ultimi. Il boom economico con le sue contraddizioni, con “Vincenzina” che vuol bene alla fabbrica, quello che “prendeva il treno per non essere da meno” e chi davanti a un documento di residenza “gli viene in mente tutta l’infanzia”. C’è chi sogna il Messico perché “tutto si può inventare” e chi insegue una storia d’amore: “Roba minima, s’intend, roba de barbun”, e poi c’è chi nonostante tutto ride, e ride di gusto perché ” sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al re, al ricco e al cardinale”.
Jannacci racconta l’avventura umana attraverso piccole storie di personaggi affamati di fantasia, ma con i piedi ben piantati nel delirio quotidiano della realtà, nelle sue canzoni c’è il mondo visto con gli occhi di un clown; un clown moderno, “allampanato, fulmineo e folle” dove il riso e il sorriso si mescolano con la malinconia dei ricordi, con la tristezza e anche la rabbia per un mondo che non è certo il migliore dei mondi possibili, ma l’abbiamo fatto noi, e in questo mondo ora ci tocca vivere. Proprio come un clown, Jannacci ha la capacità di stupire, di creare atmosfere poetiche, di inventare incantesimi, di far ridere e piangere allo stesso tempo.
Le canzoni sono alternate con alcuni testi di autori milanesi che ne accrescono l’impatto teatrale. Si va da Beppe Viola, giornalista sportivo e ironico scrittore, grande amico di Jannacci, con il quale ha composto oltre a diverse canzoni anche la sceneggiatura del film di Monicelli “Romanzo popolare”, passando per Walter Valdi uno dei capostipite del cabaret milanese, arrivando fino a Franco Loi, un genovese approdato da bambino a Milano di cui oggi ne è forse il più autorevole poeta dialettale. L’accompagnamento musicale è affidato a Massimo Betti (chitarra), che cura anche gli arrangiamenti, e Sara Calvanelli (fisarmonica), due musicisti milanesi con diverse esperienze sia nel campo del jazz che della musica per il teatro. L’organico musicale, volutamente semplice per esaltare la dimensione teatrale delle canzoni, può essere arricchito dall’inserimento di Stefano Zanrosso musicista polistrumentista.
Ingresso libero e gratuito.